Shiatsu
Lo Shiatsu* è una tecnica che utilizza la pressione delle dita su particolari punti del corpo, situati lungo linee che sono in genere concepite come percorsi interni di energia. Affonda le sue radici nella cultura tradizionale giapponese ed ha ovviamente risentito della particolare sensibilità religiosa di quel popolo. Si è diffuso in tutto il mondo e ha conosciuto un rilevante successo grazie all’opera di maestri di grande calibro, ma soprattutto perché ha stimolato nei praticanti un’affascinante attitudine di vita: approcciarsi alla realtà in modo intuitivo e diretto, adeguando continuamente il proprio operare allo ‘stato delle cose’, senza troppi schemi preformati. I risultati pratici riscontrati dai riceventi (sensazione di profondo benessere, sollievo o risoluzione di sintomi vari) hanno incoraggiato lo sviluppo di una professione specifica. In Occidente, infine, si è verificato l’incontro con un ambiente culturale diverso, e ne è emersa una certa indipendenza della disciplina dal contesto spirituale di partenza.
La pressione Shiatsu ha la caratteristica di essere portata con il peso del corpo, e di essere graduale e mantenuta, ma anche di adattarsi alle condizioni specifiche dei punti premuti. Questa è una stupenda metafora di una comunicazione corretta: condotta senza forzature ma esponendo la sincerità della propria identità (con il peso e non la forza muscolare) e delle intenzioni del proprio cuore (mantenuta), non invasiva (graduale) e intenta a stabilire comunque un vero dialogo (adattabile alle condizioni del punto premuto). Ricevere una seduta di Shiatsu significa sperimentare sul proprio corpo per circa quarantacinque minuti un approccio comunicativo di questo tipo: un’esperienza potente, unica!
La rete di percorsi e punti energetici è qualcosa che può essere sperimentata facilmente, senza aderire strettamente agli insegnamenti taoisti. Nel corpo esistono importanti fenomeni cinetici, artromuscolari, fasciali, vascolari, nonché attività ritmiche di organi interni che spingono, accumulano, rilasciano etc.; esiste poi anche una rete onnipresente di terminali e vie nervose che collegano tutte le parti insieme, veicolando e processando migliaia di informazioni al secondo. Questi percorsi, queste vie hanno punti esterni di accessibilità al sistema, porte attraverso le quali influire sulla realtà dinamica e cibernetica dell’organismo. Averle individuate è il grande merito dell’attitudine all’autoosservazione degli antichi Cinesi cui dobbiamo anche il merito di aver individuato come inviare un segnale di riequilibrio, di ‘resettaggio’. La pressione Shiatsu può essere vista così.
Ma non dimentichiamo che la pressione in se stessa, in quanto gesto dotato di specifiche proprietà meccaniche, influisce in modo diretto sulla fisica e sulla chimica dei tessuti premuti, per esempio sulle proprietà piezoelettriche del connettivo (trasformare la pressione in corrente elettrica) o sullo stato di spasmo delle fibre muscolari, le dinamiche dei fluidi etc.
L’aspetto per noi più interessante dello Shiatsu è che modifica la consapevolezza di sé del ricevente: quell’essere mente pensante, cuore senziente e corpo vitale vissuto che è l’insieme del nostro essere-nel-mondo. Questo avviene sia per le caratteristiche già viste della comunicazione di cui si fa esperienza, come abbiamo visto, ma anche per altri due importanti motivi. Tokujiro Namikoshi, uno dei codificatori dello stile di Shiatsu che porta il suo nome, diceva giustamente che il tocco dello Shiatsu è come quello di una madre: l’attenzione benefica dell’operatore, la sua presenza fatta di espressione rispettosa di sé e volontà di dialogo, la fiducia che si genera, l’ambiente calmo e rilassato in cui normalmente si svolge la seduta, conferiscono all’esperienza dello Shiatsu, sia dal punto di vista dell’operatore che del ricevente, un valore umano di cura particolarmente intenso. Si ha proprio la sensazione di attingere ad un benefico segreto nascosto sotto la superficie della vita di tutti i giorni.
In secondo luogo, le pressioni effettuate in ogni settore del corpo, e il fatto che l’operatore esperto dimostri di sapere dove soffermarsi, dove è più benefico insistere e dove è infruttuoso, risvegliano nel ricevente un senso del proprio esserci-nel-corpo molto più ampio e profondo. Alle volte, in parti del corpo impensate si nascondono ricordi dolorosi o vissuti emotivi importanti ma dimenticati, perfino pensieri o illuminazioni, sul passato o sul futuro. Questo può accadere perché corpo e mente sono naturalmente strettamente intrecciati, sono una realtà sola, e il subconscio dell’essere umano spesso si incontra proprio nella struttura muscolare del corpo e, premuto con le regole suddette, può aprirsi e dare segno di sé. Lo Shiatsu facilita la riconciliazione e l’integrazione tra corpo e mente, tra conscio e subconscio, perché come abbiamo visto il come e il dove della pressione hanno il potere di influenzare ogni aspetto di quella meravigliosa realtà che è l’essere umano.
La nostra Associazione ha portato avanti l’insegnamento di questa disciplina dal 1988. Il percorso completo di apprendimento richiede uno studio di base triennale, in cui sviluppare gli specifici elementi teorici, pratici e percettivi richiesti. Da anni ci dedichiamo anche all’aggiornamento degli Operatori, seguendo i nostri personali percorsi di ricerca. Organizziamo anche incontri e piccoli cicli di lezioni amatoriali.
* lo Shiatsu è una professione disciplinata ai sensi della legge 14 gennaio 2013 n°4
Ho iniziato il mio percorso di studi di Shiatsu nel 1990 con Guglielmo Grillone e Thomai Karagiota, miei primi Maestri della Scuola CMT, ispirata all’ascolto attento del corpo, alla sua storia psicologica e ai suoi traumi fisici, nella cornice psicosomatica della Medicina Cinese.
Dal 1991 ho cominciato a seguire anche Pauline Sasaki, insegnante di Shiatsu di fama internazionale, allieva diretta del fondatore dello Zenshiatsu, il Maestro Shizuto Masunaga. Da lei ho appreso anzitutto il suo particolare metodo di valutazione dello stato energetico dell’addome (Hara), grazie al quale è possibile desumere lo squilibrio in atto dei meridiani, la qualità dell’energia e lo stato di salute generale della persona. Il mio percorso con Pauline Sasaki si è concluso nel 2006, con l’apprendimento del Quantum Shiatsu, sua brillante ultima creazione. La sua intelligenza acuta, la sua grazia, il suo modo leggero, trasformativo, di vivere lo Shiatsu, sempre in contatto con il fluire della vita, e la sua sensibilità straordinaria di percepire le energie più sottili hanno determinato il mio stile di lavoro come praticante e come insegnante.
Inoltre, ho conosciuto anche altri Maestri di fama internazionale come Clifford Andrews Kazunore Sasaki, Akinobu Kishi, Wataru Ohashi, Ryokyu Endo e Ted Saito. Anche loro hanno contribuito alla mia ricerca nel campo dello Shiatsu.
Lo Shiatsu e il Counseling Biosistemico, le due discipline che attualmente integro nella mia pratica professionale, condividono delle importanti caratteristiche. Tra queste, vorrei mettere in evidenza quella che secondo me è la principale.
Shiatsu e Counseling sono due strumenti di cura, più che di terapia. La parola terapia fa riferimento ad una thekne, ad un sapere specifico applicato ad uno scopo preciso, la lotta contro la malattia; cura, invece, rimanda ad un agire riequilibrante la persona. Ci si rivolge dunque al soggetto stesso del disagio, vissuto nello stesso tempo come esperienza fisica e psichica. Magari si tratta solo di un disturbo, cioè non una malattia nel senso pieno. Potrebbe trattarsi di un momento di crisi, della perdita dei punti di riferimento usuali, di un “disturbo di personalità”; oppure del vissuto che accompagna un problema fisico più importante. In ogni caso, la cura si rivolgerà al protagonista di questa vicenda, in un percorso teso a raggiungere un nuovo equilibrio.
In questo processo, la persona dell’esperto conta quanto quella del cliente; le sue caratteristiche vengono tutte globalmente coinvolte. Non si tratta di seguire un percorso standardizzato, non esistono protocolli predefiniti, ma solo una trama di possibilità che i due attori della relazione d’aiuto devono affrontare insieme, percorrendo lo stesso pezzo di strada. L’operatore è addestrato a farlo: ma dovrà sollecitare il cliente a partecipare con le sue proprie risorse. Si tratta quindi di un modello paritario, non autoritario, di cura.
Praticando lo Shiatsu con l’approccio del Counseling Biosistemico, tutto questo viene messo in atto con l’aiuto dell’Ascolto profondo, strumento messo a punto dallo psichiatra americano Jerome Liss, fondatore della Scuola Italiana di Biosistemica.
Liss ha messo a frutto tutta l’esperienza teorica e clinica maturata all’interno del movimento dell’antipsichiatria, nato nel secolo scorso con lo scopo di mettere da parte quanto nell’approccio al disagio psichico era diventato rigido e inefficace, per esplorare i territori della comunicazione umana profonda. A suo avviso, esiste un tipo di condivisione del vissuto, la comunicazione ecologica, capace di portare entrambi gli interlocutori ad un livello superiore di conoscenza e di realizzazione personale. Il fulcro di questo modo virtuoso di comunicare consiste nel pieno spazio lasciato a colui che voglia condividere qualcosa, il cosiddetto protagonista, mentre l’interlocutore, il suo compagno di viaggio, viene chiamato ad un ascolto pieno, senza sopraffazione; il dialogo che si instaura, cioè, è caratterizzato dalla cura da parte dell’interlocutore a non riempire con i propri contenuti la storia dell’altro, ma solo a incoraggiarne –se il caso- un suo disvelamento più completo.
Nell’ambito della cura, l’esperienza di condivisione dei propri pensieri con un ascoltatore profondo porta il cliente a diventare protagonista del suo percorso di riequilibrio, a trovare le proprie risorse per risolvere quel momento di sofferenza o di crisi. Il Counselor biosistemico costruisce il setting terapeutico ecologico, con l’attenzione alla giusta comunicazione e a tutti quei segnali del corpo del protagonista che risultano particolarmente significativi nel sottolineare i passaggi-chiave del suo raccontarsi.
Ecco dunque la somiglianza con la disciplina dello Shiatsu: la pressione viene effettuata con delle modalità sovrapponibili. Non si fa Shiatsu su, ma con. La pressione è anzitutto un atto di ascolto: come diceva Shizuto Masunaga, il fondatore dello stile di Shiatsu che pratico, essa è contemporaneamente un atto di valutazione e di cura. Nel momento stesso in cui ci si accorge della vitalità del punto trattato, la pressione diventa cura. Adattandosi continuamente, invia un’informazione riequilibrante, che in un certo senso si mantiene neutra. I punti energetici, gli tsubo, così affrontati (in modo ecologico!), a quel punto raccontano un’ulteriore storia, non prevedibile all’inizio, che l’operatore deve sapere affrontare e riequilibrare. Tutto ciò rende la seduta sempre individualizzata e irripetibile: un’esperienza, per il ricevente, di straordinaria potenza, e di grande arricchimento anche per l’operatore.